• Il nuova gasdotto TAP ha raggiunto la quota di 1 miliardo mc di gas consegnati.
    Un traguardo indicativo, secondo il Managing Director dell’infrastruttura Luca Schieppati, che conferma come TAP contribuisca a rafforzare diversificazione e sicurezza degli approvvigionamenti, fornendo energia sicura ed economicamente competitiva.
    Il gasotto, a regime, avrà una capacità di 10 miliardi mc/anno, ampliabile fino a 20 miliardi mc/anno.
    (www.e-gazette.it)

 

  •  Il settore dell’efficienza energetica ha tutte le carte in regola per essere il motore della ripartenza green del paese. In particolare per il grande bisogno di interventi in tutti i comparti: costruzioni, pubblica amministrazione, terziario, industria.
    Per questo motivo sono necessarie regole e pratiche snelle, in modo da poter sfruttare al meglio le grandi risorse messe a disposizione (una fra tutte il Superbonus ed il piano di aiuti europeo per la ripresa post-COVID 19).
    A sostenerlo è il Rapporto CESEF 2020 di Agici Finanza d’Impresa. Andando ad approfondire lo studio mostra come la necessità di efficientare i consumi sia molto spinta per i settori PMI, industria e residenziale. Quest’ultimo conta almeno 270.000 edifici che avrebbero immediato bisogno di interventi per evitare sprechi di energia. Il dato positivo viene dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che mette a disposizione dell’efficientamento energetico ben 54 miliardi €. Risorse cui si affiancano quelle previste da altri programmi europei (FESR, FSE, ESIF), i fondi Horizon e quelli specifici per l’efficienza (ELENA). Senza dimenticare i nostri Conto Termico, Sismabonus, Certificati Bianchi.
    Una situazione che il mercato dell’efficienza energetica è già pronto a recepire e cha sta già attirando investitori, stimolando nuove strategie, anche a livello di possibilità di accesso al credito seguendo vie diverse da quelle tradizionali.
    Il vero collo di imbuto sta nella regolamentazione, ancora troppo farraginosa e burocratica. Per fare un esempio il Superbonus 110% nei primi 6 mesi ha visto realizzati solo lo 0,3% dei progetti. Dunque, oltre all’allungamento dei tempi per fruirne, è chiaro sia necessaria una revisione del meccanismo in termini di minore burocrazia ed espletamenti.
    Oltre a questo per sbloccare realmente le potenzialità dell’efficienza energetica sarà necessario istituire obblighi di efficientamento per pubblica amministrazione ed industrie energivore, definire un Testo Unico per il residenziale che metta al centro queste pratiche, raggruppando e riordinando le varie forme di detrazione fiscale. Il tutto di pari passo con lo sviluppo di garanzie finanziarie e tecniche che possano promuovere gli investimenti.
    (www.e-gazette.it)

 

  • Come abbiamo visto negli ultimi mesi l’interesse per l’idrogeno verde è in forte crescita. A questo proposito è importante sottolineare come la Commissione Europea abbia pubblicato già nel luglio scorso l’Hydrogen Strategy for a Climate-neutral Europe. Un documento che, oltre a delineare i punti cardine per una strategia di sviluppo del settore, evidenzia la necessità di realizzare un’infrastruttura dedicata al trasporto.
    Andando ad analizzare la tabella di marcia proposta è chiaro come la diffusione dell’idrogeno sia prevista come graduale. In una prima fase (2020-2024) l’obiettivo è arrivare a produrre 1 milione ton. Che dovranno diventare 10 milioni ton. al 2030. Per poi arrivare alla piena maturità nel 2050, così da fornire una reale alternativa a tutti quei settori difficilmente elettrificabili.
    Per le prime due fasi gli attuali gasdotti vengono reputati sufficienti a coprire le necessità di trasporto con la necessità, a partire dalla seconda parte di questo decennio, di adattarne alcuni all’esclusivo trasporto di idrogeno.
    Le prospettive 2050 vedono l’idrogeno capace di coprire il 23% dei consumi totali di energia, con una forte incidenza nei settori industriale, trasporti e civile.
    L’idrogeno verde, grazie alla sua versatilità unita alla neutralità climatica, è indicato da più parti come fondamentale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. La sua adozione su larga scala potrebbe evitare nel 2050 l’emissione di 560 milioni ton. CO2 e tagliare del 15% quelle di NOx. Per far sì che questi numeri divengano realtà sarà necessario far crescere l’idrogeno fino al 13/14% nel mix energetico del Vecchio Continente.
    (Newsletter GME 146/2021)

 

  • Il riscaldamento degli edifici rappresenta uno dei maggiori fattori di inquinamento delle nostre città. Da solo è responsabile del 64% di PM2,5, del 53% di PM10 e del 60% della CO2.
    Numeri che denotano l’importanza e l’urgenza di procedere all’efficientamento del settore.
    (www.e-gazette.it)

 

  • Come scritto poco fa il trasporto dell’idrogeno all’interno delle reti gas esistenti rappresenta una sfida cruciale per la transazione energetica, specie nel breve periodo. Questo è ancor più vero per il nostro paese, che possiede l’infrastruttura gas più estesa e capillare d’Europa.
    L’A.D. del gruppo RINA, che si sta occupando di certificare in questo senso la rete SNAM, ha affermato che” i nuovi vettori quali l’idrogeno saranno fondamentali per la decarbonizzazione. Per questo stiamo lavorando per certificare la compatibilità della rete SNAM al suo trasporto. Lo standard internazionale cui fare riferimento già esiste” (ASME B31.12).
    Ovviamente ci sono delle esigenze tecniche da affrontare, in quanto l’idrogeno è formato da una molecola molto piccola e infiammabile, che tende a modificare le caratteristiche dei metalli con cui viene in contatto. Nonostante questo le attuali condotte gas sarebbero in grado di trasportare senza particolari problemi un blend metano-idrogeno dove quest’ultimo rappresenti fino al 10% del mix. Una prospettiva rassicurante se, come abbiamo visto, l’obiettivo europeo 2050 è di coprire il 13-14% dei consumi con questo vettore.
    (www.qualenergia.it)

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