• I sistemi di cattura della CO2 (CCUS – Carbon Capture Utilisation and Storage) assumono sempre maggiore centralità per centrare l’obiettivo emissioni 0 nel 2050. Questo è ancora più vero se, come sostiene il World Energy Outlook nel suo scenario di riferimento, il peso delle fonti fossili nella fornitura di energia sarà, ancora, del 77% nel 2030 e del 73% nel 2040 a livello mondiale.
    I sistemi CCUS hanno avuto fino ad oggi uno scarso appeal, attirando lo 0,5% degli investimenti in soluzioni per l’energia pulita. Ma nell’ultimo periodo le cose stanno mutando velocemente, con le principali istituzioni che iniziano a considerare la cattura della CO2 come inevitabile per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione necessari. Questa soluzione può avere effetti importanti specie per i comparti più energivori e per quelli di più difficile elettrificazione (si pensi ai trasporti), oltre ad evitare la dismissione anticipata di grandi e costosi impianti (quali, ad es., le centrali termoelettriche di ultima generazione).essi sono, inoltre, l’unica soluzione al contenimento delle emissioni legate all’estrazione di metano. Anche la produzione di idrogeno potrebbe trarre grandi vantaggi dalle tecniche di cattura della CO2, poiché dipende fortemente dall’utilizzo di carbone e metano. Infatti, adottando tali soluzione produrre idrogeno da fonti classiche rimarrebbe, comunque, molto più conveniente a livello economico rispetto alla produzione da elettrolisi dell’acqua attraverso fonti rinnovabili.
    La storia degli impianti CCUS non è, a dispetto dell’interesse nato negli ultimi tempi, così recente. I primi progetti risalgono infatti agli anni ’70, quando in Texas vennero applicati proprio al processo di estrazione del metano. In Europa il primo impianto di dimensioni importanti è del 1996 in Norvegia, anche in questo caso legato all’estrazione di idrocarburi. Per quanto riguarda la situazione attuale ci sono 21 impianti di cattura della CO2 attivi nel mondo, per una capacità di 40 MTon/anno di CO2. 14 di questi sono distribuiti fra Canada e USA, 2 in Norvegia,  1 in Brasile, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Cina ed Australia.
    Una storia piuttosto lunga dunque, che parla di una crescita lenta e legata all’industria estrattiva che, però, come detto sta conoscendo un forte risveglio dell’interesse collettivo. Tanto che ci sono già piani per la costruzione di almeno altri 30 impianti del tipo, principalmente in Europa e Stati Uniti d’America.
    (Newsletter GME 144/2021)

 

  • Terna e SNAM hanno pubblicato le loro proiezioni sugli scenari italiani 2040 per quanto concerne i consumi energetici. Le due compagnie prevedono un calo della produzione termoelettrica da 118 TWh a 100 TWh, in favore soprattutto di nuove importazioni di energia elettrica. La domanda di metano, comunque, si manterrà sopra i 60 miliardi mc ed al gas tradizionale andranno ad aggiungersi biomentano, stimato ad almeno 7 miliardi mc nel 2040, ed idrogeno verde, che alla stessa data dovrebbe arrivare a 4 miliardi mc.
    (www.qualenergia.it)

 

  • Il GSE ha presentato il rapporto annuale sui Certificati Bianchi per il 2020.
    Durante lo scorso anno sono stati riconosciuti quasi 1,5 milioni di Titoli di Efficienza Energetica legati alla Cogenerazione ad Alto Rendimento a conferma che questa tecnologia può giocare un ruolo molto importante, ed economicamente sempre più sostenibile, nell’ambito del necessario processo di decarbonizzazione della nostra società.
    (www.qualenergia.it)

 

  • Il consorzio Gas for Climate ha proposto alla Commissione Europea di introdurre un target vincolante pari all’11% di gas rinnovabili (biometano ed idrogeno verde) per il 2030. Lo scopo è rendere la domanda di gas europea sempre più sostenibile così da centrare l’obiettivo di ridurre le emissioni del 55% entro la fine del decennio.
    Gas for Climate è composto da 11 aziende che operano nel settore, fra le quali la nostra SNAM, e due associazioni che promuovono l’utilizzo di gas rinnovabili, tra cui anche il Consorzio Italia Biogas.
    (www.e-gazette.it)

 

  • L’idrogeno verde si affermerà come vettore energetico chiave prima di quanto si pensi. A sostenerlo due rapporti delle società di ricerca Wood Mackenzie e Frost & Sullivan.
    Nel primo di essi, dal titolo 2050: The hydrogen possibility, si sottolinea come dall’ottobre 2019 i progetti sul tema siano cresciuti in maniera molto importante, fino ad arrivare a toccare nuova capacità per 26 GW. Il lavoro di Frost & Sullivan, Advances in green hydrogen create opportunities across the global power sector, indica come la produzione di idrogeno sostenibile aumenterà con un tasso di crescita del 57% fra il 2019 ed il 2030, passando da 19.000 ton a 5,7 milioni ton.
    Queste dinamiche porteranno il prezzo dell’idrogeno verde ad essere competitivo con quello dell’idrogeno tradizionale entro il 2025 secondo gli studi.
    (www.e-gazette.it)

 

  • Dallo scorso 19 gennaio è on-line il sito voluto dal Governo Italiano per promuovere il Superbonus 110%.
    All’interno, oltre a tutte le informazioni sui vari requisiti necessari e le modalità per ottenere la detrazione, è presente una sezione FAQ (risposte alle domande frequenti) curata direttamente dall’Agenzia delle Entrate, attraverso la quale, oltre ad avere risposta ai propri dubbi, è possibile inviare richieste di chiarimento.
    (http://www.governo.it/it/superbonus)

 

  •  Il Ministero dell’Ambiente ha trasmesso alla Commissione Europea la Strategia Nazionale di lungo periodo per lo sviluppo del paese da qui al 2050. Fra le direttrici fondamentali troviamo la riduzione della domanda di energia, legata in particolar modo al calo della mobilità privata e dei consumi civili. Altro tratto fondamentale è la decisa accelerazione su rinnovabili e produzione di idrogeno, oltre al potenziamento delle aree verdi quali fattore di assorbimento della CO2.
    (www.snam.it)

 

  • L’arrivo del metano in Sardegna apre nuove prospettive di sviluppo nella regione ed interessanti possibilità tutte le tecnologie a risparmio energetico che utilizzano questa fonte. I vertici regionali, insieme a quelli dei ministeri interessati e delle aziende più attive nel settore (Snam ed Italgas), stanno già programmando il modo migliore per rendere la rete gas il più capillare ed accessibile possibile. Intanto sono già almeno 60 i comuni nei quali è già possibile allacciarsi alla rete metano.
    Una possibilità ancora più interessante se si considera che la Regione è in procinto di mettere in campo un piano di riqualificazione che interesserà 35.000 edifici per il quale si farà leva sulla possibilità di aderire al Superbonus 110%. L’idea è di coinvolgere le imprese edili, che appunto potranno beneficiare della detrazione, attraverso un programma di partenariato pubblico-privato che verrà attuato dall’Azienda Regionale per l’Edilia Abitativa della Regione.
    (www.snam.it)

Iscriviti alla nostra newsletter

Cliccando su ISCRIVITI! confermi di aver letto la pagina della privacy

Check your email to confirm tour subscription.