• I dati sulla produzione di energia rinnovabile in Italia nel 2022 non sono molto incoraggianti nell’ottica di un paese servito totalmente da elettricità green.
    A dicembre, pur in presenza di una domanda elettrica piuttosto limitata (-9,1% rispetto a 12 mesi prima) le rinnovabili hanno coperto solo il 26,9% della richiesta. Al contempo c’è stato un incremento della produzione elettrica da carbone (+4,3%) e delle importazioni dall’estero.
    Spostando l’attenzione sull’arco annuale la domanda ei elettricità è diminuita dell’1% rispetto al 2021, in linea con gli anni precedenti, fermandosi a 316,8 TWh. Per la prima volta dal 2014 il contributo delle rinnovabili è sceso sotto i 100 TWh (98,4), segnando un calo del 13% rispetto all’anno precedente. Ciò significa che solo il 31,1% dell’elettricità usata nel 2022 era rinnovabile, a fronte del 35,5% del 2021. Guardando allo storico dal 2014 è possibile notare come il contributo delle rinnovabili non abbia mai superato la quota del 38,6%. Il che genera qualche dubbio sulla capacità di avere alimentato quasi esclusivamente da elettricità green già nel 2030 e che, dal 2035, dovrà approvvigionare con la stessa anche un parco veicoli da milioni di pezzi.
    A fronte di tutto questo, dal momento che un paese non può fermarsi in attesa che vento, sole ed acqua forniscano l’elettricità necessaria, la generazione termoelettrica è aumentata del 6,1%, con il carburatore a +61,4%. Il tutto per un aumento delle fossili pari a 11 TWh che ha sostituito solo parzialmente l’ammanco derivato dall’idroelettrico (-16,9 TWh per un -37,7%).
    Fra le rinnovabili solo il fotovoltaico ha aumentato la produzione nel 2022 arrivando al suo massimo storico con 27,5 TWh (+11,8%). Stabile l’eolico con i suoi 20,3 TWh (-0,3%) e sostanzialmente al palo anche bioenergia e geotermico. Guardando sempre allo storico 2014-2022 fotovoltaico ed eolico hanno aumentato il loro contributo di 11 TWh, pari al +29,8%. Sembrerebbe un risultato lusinghiero non fosse per il fatto che queste due fonti dovranno più che triplicare la propria produzione nei prossimi 8 anni. Cioè crescere 10 volte più di quanto sono cresciute negli ultimi 9 anni.
    (www.qualenergia.it)

 

  • L’Arera prevede per il terzo e quarto trimestre2023 aumenti per il mercato all’ingrosso dell’energia elettrica rispettivamente del 10% e 25%. Anche il metano subirà dei rincari, che però dovrebbero limitarsi a +5% e +15%. Puntualizziamo che queste previsioni riguardano il costo vivo delle energie, dunque non riguardano direttamente il prezzo in bolletta, anche se, come è facile intuire, il legame è molto stretto. In questo senso Arera ha invitato il governo a monitorare con attenzione la situazione e non far venir meno il supporto ai consumatori.
    (www.qualenergia.it)

 

  • È necessario un deciso aumento di produzione e commercio delle materie prime legate alla transizione energetica per centrare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2.
    A sostenerlo è l’OCSE che sottolinea come gli aumenti di produzione (dal +33% al +208% a seconda delle tipologie) delle materie prime che dovranno trasformare l’economia globale da fossile a rinnovabile sono inferiori di 4/6 volte rispetto alla domanda per una vera transizione. Altro aspetto molto problematico è la concentrazione di queste produzioni. La quasi totalità infatti è in mano a Cina, Russia, Australia, Sud Africa e Zimbawe, con i relativi problemi legati a fornitori unici. Non è un caso infatti che molti di loro abbiano già messo un freno alle esportazione per favorire il processo di transizione interno.
    (www.e-gazette.it)

 

  • Il governo venezuelano ha raggiunto un accordo con ENI e Repsol per l’esportazione di GNL in Europa. Il mercato europeo potrà, dunque, contare su un nuovo fornitore per tenere sotto controllo prezzo e forniture di metano.
    (www.e-gazette.it)

 

  • È arrivato dall’Egitto il primo carico di GNL per il nuovo rigassificatore di Piombino. Il terminale, che sarà gestito da ENI, ha capacità di 5 miliardi mc, pari al 7% del fabbisogno italiano, ed è uno dei punti cardine della strategia di diversificazione delle forniture che punta a renderci indipendenti dal metano russo.
    (www.e-gazette.it)

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